Dimenticatevi il semplice phon, immaginatevi un oggetto di design.

E i capelli? Ecco la mia esperienza!

Il metodo di asciugatura dei capelli cambierà radicalmente“: con questa premessa e promessa, nel settembre 2016 è approdato sul mercato italiano l’attesissimo Dyson Supersonic, il rivoluzionario phon realizzato dalla Dyson Ltd, azienda inglese fondata nel 1991 da James Dyson e che oggi vende i propri prodotti in oltre 70 paesi del mondo.

Dyson Supersonic Cosa rende il Dyson così innovativo? 

Tutto, a cominciare dal design: si tratta di un asciugacapelli letteralmente “bucato” perché il motore, che nei tradizionali phon è posizionato nella “testa” in questo caso è talmente piccolo (pesa appena 49 gr.) che si trova direttamente nel manico. Il colore tradizionale del Supersonic è altrettanto appealing: grigio antracite e rosa.

L’aspetto rivoluzionario però è rappresentato dalle sue caratteristiche tecniche: Dyson Supersonic è stato realizzato da un team di ingegneri specializzati con lo scopo di creare un prodotto che limitasse i tempi di asciugatura, fosse silenzioso, leggero e maneggevole e “innocuo” per i capelli.

È possibile tutto questo? “Smontiamolo” e scopriamolo meglio.

 

  • Il motore

Collocato, appunto, all’interno del manico si tratta del Dyson V9, motore digitale fino a otto volte più veloce dei concorrenti (comparazione effettuata con i 10 phon più potenti venduti in Giappone) e che attraverso la tecnologia Air Multiplier produce un flusso di aria controllato ad alta pressione. In questo modo l’asciugatura è rapidissima e lo styling preciso.

  • La rumorosità

Dyson Supersonic viene lanciato al grido di “silenziosità assoluta”. Questo perché è dotato di 13 pale rotanti (gli asciugacapelli tradizionali ne contano 11) che rendono l’apparecchio praticamente silenzioso producendo una sola frequenza impercettibile, anche grazie agli ammortizzatori acustici che impediscono alle vibrazioni di essere avvertite all’esterno.

  • Il calore

Aspetto fondamentale del prodotto di casa Dyson è l’attenzione verso i capelli grazie al controllo intelligente della temperatura che non supera i 150 gradi Celsius.  Un sensore termico rileva infatti il calore prodotto ben 20 volte al secondo trasmettendo quindi i dati al microprocessore dell’apparecchio che impedisce l’eccessivo surriscaldamento del getto d’aria. Quattro livelli di calore differenti e regolabili (compreso il getto freddo) consentono di ponderare la temperatura in fase di asciugatura e styling.

Tutti i numeri del Dyson Supersonic

  • 103 gli ingegneri che hanno lavorato alla realizzazione del prodotto
  • 4 gli anni necessari per realizzare e lanciare sul mercato Dyson Supersonic
  • 1.625 i km di capelli asciugati in fase di test
  • 110.000 i giri al minuto del motore Dyson V9
  • 5 gli accessori di cui è dotato: beccuccio lisciante, concertatore, diffusore, tappetino antiscivolo, gancio
  • 399,00 € il prezzo di vendita di Dyson Supersonic

 

La mia esperienza con Dyson Supersonic 

Faccio una premessa: non mi focalizzerò sul prezzo di vendita del Dyson Supersonic, da molti considerato “eccessivo”. Che sia troppo alto o meno penso che chi acquista Dyson sa di investire su un brand considerato a tutti gli effetti “di lusso”, motivo per il quale, a mio modestissimo avviso, disquisire sul costo – fosse anche solo per un asciugacapelli –  non ha molto senso. Qualcuno dirà che “si paga solo il nome e il design”: anche su questo resto neutrale, specificando però che in ogni caso, da che mondo è mondo, brand e design hanno “il proprio peso”. Qualunque sia l’acquisto che decidiamo di fare.

Premesso ciò, ho acquistato il Dyson Supersonic a novembre 2016, un paio di mesi dopo il lancio sul mercato, in un beauty store Sephora. A colpirmi, in primis, l’estetica: perché sì, ci faccio caso.

Mi piace il bello e non posso negare di essere stata attratta da un phon unico nel suo aspetto. In secondo luogo a convincermi è stato quello che prometteva in termini di rapidità di asciugatura: impiego circa due ore ad asciugare e a mettere in piega i capelli, step che ho sempre considerato tra i più noiosi della mia pseudo beauty routine. Ecco perché quando il Dyson Supersonic è approdato in Italia non ho avuto dubbi sull’acquisto: “ottimizzare” è per me un mantra sempre valido!

Ma purtroppo la mia esperienza con questo “gioiellino” non è stata delle migliori: tantissimi i meriti da riconoscere al Supersonic tra i quali la rapidità di asciugatura (letteralmente dimezzata); la maneggevolezza del prodotto (leggero e davvero pratico); l’estetica (anche le più “anti – Dyson” non possono non apprezzarla!).

Dyson Supersonic è adatto a tutti?

Tuttavia non lo considero un prodotto adatto a tutti. E in base a quello che ho potuto testare su di me vi spiego perché.

I miei capelli sono allegramente crespi e difficili da mettere in piega: come ha più volte ribadito il mio parrucchiere di fiducia vanno lavorati parecchio in fase di styling (la classica “phonata e via” credo di averla data l’ultima volta verso i 10 anni). Quello che per me è un plus del Dyson – ovvero la rapidità di asciugatura – è anche una nota dolente: eliminando tutta l’acqua in pochissimi minuti ho avuto parecchie difficoltà nel riuscire a lavorare i capelli e a gestire quindi la piega.

Altro aspetto di non poco conto è la consistenza degli stessi capelli: almeno su di me il Dyson purtroppo tende a seccarli molto e a renderli paradossalmente ancor più crespi di prima.

Per questi due motivi, che ho rilevato dopo aver testato il Supersonic per qualche mese, ho deciso di tornare al vecchio e tradizionale phon con il quale la fase di asciugatura è più lunga ma la resa finale è nettamente migliore.

Il Dyson Supersonic rispetta ciò che promette?

Tolta l’esperienza specifica su di me posso rispondere con un “NI”. Non è un phon assolutamente silenzioso ma diciamo che la rumorosità è inferiore a quella di un asciugacapelli tradizionale. Se però pensate di acquistare un prodotto dotato di silenziatore la risposta è negativa.

In fatto di “salvaguardia del capello” –  un po’ l’aspetto clou e la promessa più ambiziosa del Supersonic  – non ho un’esperienza così lunga da potermi sbilanciare in uno piuttosto che nell’altro verso. Tuttavia, per quella che è la mia “conoscenza non tecnica” del settore sono del parere che a danneggiare i capelli non sia solo il calore: è chiaro che se come me avete attraversato almeno una volta nella vita la fase della decolorazione con acqua ossigenata a 1000mila volumi che se non vi sono cascati i capelli siete ormai salve, quella delle tinte DIY (leggi: “fai da te”) azzardate, quella delle immancabili extensions o perché no dei rasta e se tutt’ora il vostro appuntamento fisso mensile è quello con il parrucchiere per sistemare i colpi di sole, la ricrescita e tutto il sistemabile possibile… beh non c’è prodotto che possa fare miracoli. Nemmeno il Dyson.

Nel mio caso i miei attuali capelli, nella loro consistenza e “forma”, sono il risultato di anni di trattamenti tutt’altro che naturali ma anche di prodotti siliconici – che continuo ad usare –  non propriamente benefici in termini qualitativi.

Non ho i infatti mai pensato di acquistare il Dyson per “trasformare i capelli o per farli rinascere” ma per i motivi che ho precedentemente spiegato.

Quindi… tradizione o innovazione? 

Dipende dai vostri capelli appunto. Valutate, magari con un esperto, se siete davvero “un tipo da Dyson Supersonic” quanto meno in termini di performance. Tantissime amiche lo usano e non tornerebbero mai indietro. Io, anche quando vado dal parrucchiere che utilizza il Supersonic vengo “trattata” con il tradizionale, caro, vecchio, asciugacapelli.


Spero di avervi dato qualche linea guida utile per valutare o meno l’acquisto. Non me ne vogliano i parenti del Signor Dyson anche perché non c’è detto più vero del “purché se ne parli…“.

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