Tra le figure che, ancora oggi, rappresentano uno degli aspetti più affascinanti della cultura giapponese è sicuramente la geisha, l’artista che ha attraversato la storia e l’evoluzione del paese. La sua totale dedizione allo studio della musica, del canto e delle tradizioni, si trasmette in ogni gesto, misurato e antico, insieme a grazia e bellezza. Il trucco ha un ruolo importante nell’insieme della costruzione del personaggio e dell’artista, entrando a far parte di una vera e propria narrazione della sua esperienza.
Il rituale del trucco delle geisha si chiama “oshiroi make up“ e rappresenta una sorta di “vestizione” del viso, in cui la donna abbandona la sua identità per indossarne letteralmente un’altra, quella di un’artista dalle capacità quasi ultraterrene.
La prima fase del trucco delle geisha consiste nello scaldare vigorosamente con le mani una cera profumata che serve a distendere i tratti e a fissare le creme successive. Questa pasta si chiama bintsuke e viene stesa prima sulla parte anteriore del collo e sulle spalle e poi lungo il viso proprio per andare a stendere le pieghe della pelle. Dopo il bintsuke si passa al oshiroi, il fondotinta bianco. Questo è composto da polvere di riso e acqua mescolate fino a diventare una pasta bianca che viene spalmata su viso e collo grazie all’aiuto di un pennello. Per rendere la distribuzione del prodotto perfetta si usa una spugna per rimuoverne l’eccesso. La spugna viene tamponata sul viso, collo e decolleté aiutando ad ottenere l’effetto “maschera”.
Il collo è poi ricoperto dal fondotinta ad esclusione di due spicchi di pelle che formano una “V”, e proprio questa porzione di pelle nuda che richiama l’umanità della geisha viene considerata molto sensuale per i giapponesi.
La base bianca a questo punto è vivificata da un pigmento rosso distribuito intorno agli occhi, sugli occhi e fino quasi alle guance e sfumato verso l’esterno. La tonalità di questo rosso esprime l’esperienza della geisha, più è vivace meno è esperta.
Il trucco degli occhi è definito dal nero, sia per le sopracciglia, colorate con una matita, che per gli occhi, definiti con eyeliner e mascara.
Il rituale del trucco si chiude con le labbra, dipinte con un rossetto tradizionalmente creato apposta per loro: il Kyo beni, o rosso di Kyoto. Le labbra vengono disegnate con un pennellino sottile, poi riempite in modo differente a seconda dell’esperienza: le apprendiste colorano solo il centro del labbro inferiore, mentre il colore pieno è permesso solo a coloro che hanno finito il proprio percorso di apprendimento.
Una volta vestito il viso, procedono mettendo una parrucca o acconciando i capelli per poi indossare il kimono, anche questo, a seconda del percorso della geisha, sarà più o meno decorato.